PROGETTO ANITA: IL CAMION CHE CAMMINA DA SOLO
Nei giorni scorsi sono stati presentati i risultati della prima fase del progetto ANITA (Autonomos Innovation in Terminal Operations) le cui attività hanno interessato diverse case produttrici e aziende di autotrasporti nell’utilizzare autocarri a guida autonoma per il trasferimento di container dalla strada alla ferrovia.
Il bilancio dopo quasi due anni è più che positivo, perché ha reso i processi produttivi molto più efficienti, per cui alcune aziende nei prossimi mesi si concentreranno sullo sviluppo del software e quindi operare come se al volante del mezzo ci fosse veramente un autista. La sperimentazione ha permesso così di mettere a punto una tecnologia che è ormai pronta per la definitiva messa a punto, perché ormai il futuro è questo, cioè offrire camion autonomi.
Per amore di verità questo nuovo sistema verrà applicato, almeno per il momento, per i collegamenti nei terminal, per cui non ci sarà una totale sostituzione della persona fisica a bordo dei camion; anzi in Italia il mestiere di camionista è molto ricercato e in base a uno studio del Sole 24 ore mancano all’appello circa 17 mila unità lavorative e purtroppo le aziende stentano a trovare sul mercato.
Ritornando al progetto ANITA, la sperimentazione per verificare il prototipo ha richiesto costantemente la presenza dell’autista umano sempre a bordo per intervenire in caso di necessità, perché l’autocarro autonomo per svolgere il suo compito deve comunicare con l’infrastruttura, analizzando i processi, le procedure e i comportamenti che s’integrano tra le macchine e le persone in loco.
Il progetto ANITA, come abbiamo detto, è iniziato nel 2020 ed è stato finanziato con 5,5 milioni di euro dal Ministero dell’Economia tedesco. Esso è ancora in itinere e si concluderà nel mese di ottobre del 2023.
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