UN 2022 DIFFICILE PER LE IMPRESE DI AUTOTRASPORTO
Dopo la pandemia che negli ultimi due anni ha causato una delle crisi economiche più spaventose dell’ultimo dopoguerra, adesso è la volta del caro carburante che sta mettendo in ginocchio in primis le imprese di autotrasporto e di conseguenza tutti i settori economici che dipendono dal trasporto delle merci su gomma.
E non è una cosa da poco, perché l’80% delle merci in Italia viaggia sui tir, quindi parliamo di un settore dell’economia italiana davvero fondamentale.
Se durante il lockdown gli autotrasportatori hanno svolto un servizio essenziale continuando a viaggiare per garantire costantemente l’approvvigionamento delle merci, adesso la situazione è insostenibile, perché all’aumento dei carburanti si aggiungono altri costi come quello dei pneumatici, il caro energia e l’aumento dei costi autostradali. Tra i disagi annoveriamo la cronica carenza di autisti, perché sempre meno giovani vogliono fare questo mestiere; eppure i disoccupati non mancano, ma questo è un altro discorso.
Quello che ci preme oggi sottolineare è che il gasolio per autotrazione è rincarato nell’ultimo anno del 20,7% con un aumento dei costi pari a 535 milioni di euro per le imprese di qualsiasi tipologia che si occupano di trasporto delle merci.
Questa situazione sta diventando insostenibile soprattutto per la Sicilia e le regioni del sud, dove giornalmente partivano per il nord Italia diversi tir carichi di merce come agrumi, ortaggi e praticamente tutta una serie di merce deperibile che rischia di andare al macero. Tra l’altro i venti di guerra che spirano nell’Est Europa a causa del conflitto tra Russia e Ucraina non agevolano le cose.
E allora che fare? Servono interventi urgenti da parte del Governo per evitare una guerra fra poveri.
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