DECRETO CLIMA: UN AUTENTICO PASTICCIO
Uno dei primi atti di questo nuovo governo giallo-rosso è stato il cosiddetto “Decreto Clima”, un provvedimento, che secondo le intenzioni del ministro per l’Ambiente mirava a introdurre bonus per l’acquisto di auto elettriche, tagli del 10% alle agevolazioni fiscali classificate come dannose per l’ambiente e soprattutto aumenti delle le accise, altro che diminuirle secondo le intenzioni della Lega, sui carburanti, in particolare sul gasolio, molto utilizzato dalle imprese di autotrasporto, che si ritroverebbero, insieme a tutti gli altri settori come agricoltura e pesca sotto una stangata di almeno due miliardi di euro. Già questi sono settori in crisi e poi il Governo li penalizza in questo modo, significherebbe dare il classico colpo di grazia.
Il decreto clima così com’è, non va, e quindi prima di diventare un testo definitivo, dovrà subìre una serie di modifiche tendenti a migliorarne il testo o addirittura essere riscritto da cima a fondo. Eppure doveva essere un provvedimento che il Governo italiano voleva mostrare come suo biglietto di visita al prossimo summit delle Nazioni Unite sul clima in programma il 23 settembre, ma le reazioni negative sono state tante e se non si modifica, il Presidente della Repubblica potrebbe non firmarlo anche perché le coperture sono incerte.
Le aziende, soprattutto quelle di autotrasporto, meritano di essere aiutate e non penalizzate, perché si mettono a rischio posti di lavoro e quindi bisogna lavorare in un clima di grande condivisione per redigere un testo che vada bene a tutti. A questo punto, quali possono essere le strade da percorrere? Se non sarà un decreto legge, ma un semplice disegno di legge, allora si dovrà seguire l’iter della legge ordinaria, che è più lungo con una strada più insidiosa, ma forse con tutta probabilità diventerà un collegato alla Legge di Bilancio.
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